Purl é al suo primo giorno di lavoro presso la Bro-Capital, dove ci sono solo uomini in giacca e cravatta e si distingue per essere un gomitolo di lana. La prima cosa che fa é rendere accogliente la propria scrivania con una tazza, un fiore, il computer con una copertina lavorata ai ferri e una borsa con gomitoli e ferri. Sin da subito si rende conto di essere oggetto degli sguardi altrui e di non essere considerata quale collega. E qua capiamo che il corto ci racconta delle discriminazioni di genere sul posto di lavoro. Purl viene ignorata, diventa oggetto di sguardi e risate, non vengono prese in considerazione le sue idee e viene esclusa dal gruppo di lavoro. Così decide di trasformarsi, di cambiare rientrando in quei canoni vigenti proprio in quell’ufficio, in cui si indossa un vestito formale, si punta al successo tramite determinazione e strategie aggressive e di potere Ma come fa? Va in bagno con la sua borsa con i gomitoli e si autolavora a maglia, ricreando se stessa in un prodotto prestabilito da altri e conforme all’ambiente nel quale si trova a lavorare. Il risultato? Viene accettata dai colleghi, ma é proprio quando sta per andare a mangiare fuori con loro che incontra una nuova arrivata, Lizzie; rivedendosi in lei e in quello che ha vissuto decide di accoglierla nel gruppo.
Kristen Lester racconta che l’intento era quello di raccontare quello che lei stessa ed altre hanno vissuto sul posto di lavoro. Gillian Libbert, produttrice del film, racconta che:
“Purl é un film sull’appartenenza”
Tratto dall’intervista alle Autrici di cui trovate il link in fondo all’articolo.
La scena finale ci mostra come accettando noi stessi e gli altri per quello che siamo e sono, possiamo aprire noi e agli altri la possibilità di entrare in relazione, di conoscerci per chi siamo e di collaborare. Per ora il corto pixar è in inglese, speriamo venga presto doppiato in italiano. Vi é venuta curiosità di vederlo? Cliccate qui. Trovate l’intervista alle Autrici cliccando qui. Foto prese da Google Immagini
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